23 Giugno – La notte di San Giovanni (la notte delle streghe)

15 Giugno 2019 in Racconti
de La Pace dei Sensi
23 giugno notte di san giovanni

Tra le usanze popolari più note c’era quella di accendere nella notte e in cima alle colline dei falò purificatori e rigeneranti in onore del sole. Con questi fuochi il contadino voleva propiziarsi la benevolenza del sole stesso perché continuasse a garantire luce e colori sui campi. Allo stesso tempo bruciando nel fuoco cose vecchie si tenevano lontani con il fumo spiriti maligni e streghe.


Si riteneva inoltre che la forma assunta dalla chiara dell’uovo messa in una bottiglia d’acqua e lasciata tutta la notte sul davanzale permettesse di pronosticare il futuro: se nel disegno che si creava si scorgeva una torre era segno che si doveva cambiare casa, se c’erano dei fiori entro l’anno sarebbe fiorito qualche avvenimento positivo, le croci erano simbolo di morte, le spighe di buone novità, mentre 2 torri certezza assoluta di matrimonio. Le ragazze tentavano anche di indovinare attraverso la forma approssimativa dello stesso disegno la professione del futuro sposo: se l’albume ricordava una pecora lo sposo sarebbe stato un pastore, se ricordava un’incudine un fabbro, mentre una penna o un libro indicavano una persona istruita, una barca un marinaio e una zappa un contadino. 


Un’altra usanza era quella di prendere dei cardi di grandi dimensioni, bruciarne la testa, e metterli in un recipiente sul davanzale della finestra, uno all’interno ed uno all’esterno. Se al mattino uno dei cardi era diritto sullo stelo la fanciulla si sarebbe sposata entro l’anno, mentre se entrambi i cardi erano piegati non ci sarebbe stato alcun matrimonio. Le ragazze raccoglievano poi 3 fave la sera del 23: una intera, una sbucciata e una rotta nella parte superiore e le mettevano sotto al cuscino al momento di dormire. Durante la notte dovevano sceglierne una a caso: quella intera rappresentava buona sorte, quella rotta poca fortuna e quella sbucciata cattivo auspicio. 


Questo periodo era anche propizio per i fidanzamenti e di buon augurio erano considerate le infiorate che i giovani facevano sui davanzali e alle porte delle case delle amata con rami, fiori e frutti: si usava spesso lasciare un rametto di biancospino. Inoltre la raccolta di 24 spighe durante la notte di San Giovanni da conservarsi poi per tutto l’anno rappresentava un importante portafortuna.


CONSIGLI E PRESCRIZIONI:


– Esporsi nella notte della vigilia alla rugiada curerebbe ogni male compresa la sterilità.


– I garofani piantati in questa notte crescono rigogliosi.


– Non possono essere catturate le lucciole perché in esse sarebbero incarnate (proprio in quelle ore) anime vaganti in cerca di refrigerio.


– A mezzanotte si deve cogliere un ramo di felce e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni. Allo stesso scopo si deve comprare l’aglio perché “Chi non compra l’aglio di San Giovanni, sarà poveretto tutto l’anno!”


– Tra i consigli culinari: fare scorpacciate di “lumache” con tutte le corna, che assumono il significato di discordie. Mangiarle è di buon auspicio e significa distruggere le avversità.


– Preparare il nocino ottenuto dall’infusione delle noci non ancora mature nell’alcool con l’aggiunta di cannella e chiodi di garofano. Il liquore deve poi essere bevuto dopo almeno 60 giorni per riacquistare le forze nei momenti del bisogno. L’albero della noce era considerato sacro dalle streghe, ma non dai contadini che lo piantavano a distanza da altri alberi da frutto perché era radicata la credenza che quest’albero fosse velenoso. Da qui l’usanza di piantarlo lontano da altre piante dell’orto.


Infine, secondo la tradizione, chi nasce in questa notte avrà poteri speciali e sarà protetto dal malocchio e dalle potenze malefiche. Un famoso detto recita: “San Giovanni con il suo fuoco brucia le streghe, il moro, il lupo”, ovvero tutti i malanni dell’anno.