Il Calendario dell’Avvento, la leggenda diventa storia

22 Ottobre 2024 in Racconti
de La Pace dei Sensi
calendario dell'avvento

Il Natale è un momento magico in cui lo stupore negli occhi dei bambini si fa vivo, è la gioia di poter condividere a pieno degli attimi piacevoli con la propria famiglia, ma è anche la trepidante attesa dei più piccoli per l’arrivo di Babbo Natale. Ma non è finita qui, perché il Natale è anche tradizione, che affonda le sue radici nel passato e si tramanda negli anni, come “la leggenda del Calendario dell’Avvento”. Questo elemento iconico della stagione natalizia ha un profondo significato ed è un oggetto prezioso che aiuta nel più magico dei countdown.

La tradizione del Calendario dell’Avvento ha origini collegate al XIX secolo in Germania. Infatti la sua prima forma documentata risale al 1851, quando i tedeschi iniziarono a segnare i giorni che precedevano il Natale con linee o cerchi su pareti o porte. Insomma, un sistema rudimentale per avere sotto controllo le date e fare un conto alla rovescia dall’inizio di dicembre. In seguito, nel 1920, la tradizione si evolvette e fu proprio un tipografo tedesco “Gerhard Lang” (il piccolo protagonista poi della leggenda di seguito), ad evolvere i già circolanti calendari stampati, aggiungendo le finestrelle numerate che tutti amiamo. Dietro di queste, nei primi calendari, non c’erano sorprese, ma si nascondevano soltanto immagini festive o frasi tratte dalla Bibbia.

Il Calendario dell’Avvento è quindi intriso di simbolismo con l’obiettivo di creare un’anticipazione e un senso di attesa durante i giorni che precedono il Natale. La parola “avvento” deriva dal latino “adventus,” che significa “venuta” o “arrivo.” Questo periodo, che inizia quattro domeniche prima del 25 dicembre, segna quindi l’inizio del nuovo anno liturgico cristiano ed è un tempo di preparazione spirituale alle feste e di riflessione. Il Calendario dell’Avvento moderno assume spesso la forma di una scatola o di un pannello con 24 finestrelle numerate, dal primo al 24 dicembre, giorno della Vigilia. Ogni finestrella contiene una sorpresa, un piccolo dono o anche pietre nel caso della Cristalloterapia. Altri calendari sono invece interattivi, richiedendo azioni quotidiane come risolvere un enigma o eseguire una piccola attività. Ce ne sono di vario tipo in giro a partire da quelli in cartoncino, a forma di libro, con dei cassetti o delle porticine, fino a quelli in legno dipinti a mano, passando per quelli in tessuto o in sacchetti. Ogni calendario ha comunque una sua estetica che viene incontro alle esigenze e ai gusti di chi lo riceve.

La pratica di aprire le finestrelle è quindi un modo divertente di contare i giorni fino al Natale entrando nel clima natalizio con il giusto spirito, oltre ad essere un momento speciale di connessione che rafforza il legame familiare e crea ricordi duraturi. Infatti i genitori coinvolgono spesso i loro figli in questa ritualità quotidiana, trasmettendo valori di pazienza, generosità e attesa che sono al centro dello spirito natalizio. Il Calendario dell’Avvento può però essere utilizzato anche come strumento di solidarietà: alcune comunità organizzano “Calendari dell’Avvento dell’Amicizia”, dove i partecipanti si impegnano a compiere atti di gentilezza o donare a organizzazioni benefiche. Quelli invece che contengono dolci o altre prelibatezze rendono i giorni di attesa prima del Natale molto più leggeri e piacevoli e, se vogliamo, un pó goderecci.

LA LEGGENDA DEL CALENDARIO DELL’AVVENTO

C’era una volta in una piccola città della Germania un bambino che non vedeva l’ora di festeggiare il Natale. Curioso ed impaziente come tutti i bambini della sua età, verso la metà del mese di novembre, il piccolo Gerhard chiese alla sua mamma: “Quando arriva il Natale?” “Quanti giorni mancano ancora?”. La donna rispose a quella domanda fornendo al figlio ogni possibile spiegazione, cercando di fargli capire come tener conto del tempo che passava.

A discorso finito, soddisfatto della risposta ricevuta, il piccolo annuì e si allontanò per giocare. Purtroppo però, essendo molto piccolo e non avendo piena contezza del conteggio matematico che avrebbe dovuto effettuare, Gerhard ripeté alla madre quella stessa domanda ogni giorno. Armata di tanta pazienza, la donna spiegò più e più volte al figlio il trascorrere del tempo, ma l’impazienza del bambino rese vano ogni suo tentativo di chiarirgli la questione.

Decisa a porre fine a quell’estenuante interrogatorio quotidiano, ideò una soluzione a “misura di bambino”: preparò 24 “Lebkuchen” (biscotti speziati natalizi) che il figlio, a partire dal 1° di dicembre, avrebbe poi mangiato al mattino, uno per ogni giorno. Così facendo il piccolo avrebbe potuto tener conto dei giorni che lo separavano dal Natale, consapevole che li avrebbe finiti proprio la mattina della Vigilia. Una tradizione che una volta divenuto adulto volle adattare a tutti i bambini del mondo.

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