La leggenda dell’arcobaleno

24 Gennaio 2023 in Racconti
de La Pace dei Sensi
arcobaleno

Un giorno i colori decisero di riunirsi per stabilire chi tra loro fosse il più importante.

Il verde si propose subito come meritevole di ricevere il primato, dicendo: “guardatevi intorno, contemplate la natura, osservate le colline, le foreste e le montagne e vi renderete conto come, senza di me, non esiste vita. Io sono il colore dell’erba, degli alberi, delle praterie sconfinate. Io rappresento la Primavera e la speranza.”

Il blu si fece avanti commentando: “tu sei troppo occupato a guardare la terra, sei troppo preso dalla realtà che ti circonda. Alza un pò gli occhi verso il cielo, contempla la vastità e la profondità dei mari e lì scoprirai la mia presenza. Io sono il colore della profondità, che abbraccia l’Universo. Io rappresento la pace e la serenità.”

Non appena il blu ebbe finito il suo commento intervenne il giallo: “ma voi siete colori troppo seri! Il mondo ha bisogno di luce e di gioia. Io sono il colore che porta il sorriso nel mondo. Del mio colore si vestono il frumento e i girasoli, le stelle della notte e il sole che illumina ogni cosa. Io rappresento l’energia e la gioia.”

Timidamente si fece avanti l’arancione dicendo: “io sono il colore che annuncia il giorno e poi lascio tracce della mia presenza all’orizzonte, all’ora del tramonto. Del mio colore si vestono le carote, i mango ed i papaya perché, dove sono presente, assicuro vitamine e una vita sana. Io rappresento il calore e la salute.”

Il rosso, a voce alta, non diede il tempo di terminare all’arancione, e sicuro di se disse: “ma voi, state ancora discutendo su chi sia il più importante? Sono il colore del sangue, della passione, dei martiri e degli eroi. Di me si vestono i papaveri ed i gelsomini; dove sono presente sono il centro dell’attenzione perché rappresento l’intensità e l’amore!”

Mentre il rosso stava ancora difendendo il suo caso, solenne e regale avanzò il viola: “io non ho bisogno di parlare, di propormi o di difendermi. Il mondo mi conosce e quando passo si inchina. Io rappresento la regalità: del mio colore si vestono i re, i principi e gli uomini di chiesa. Io rappresento l’autorità, ciò che è sacro e misterioso!”

Si presentarono altri colori, ognuno con le proprie ragioni, e si accese un animato dibattito riguardo a chi spettasse il primato. All’improvviso si udì un tuono seguito da diversi fulmini e da una pioggia scrosciante. I colori intimoriti fuggirono, si aggrapparono l’uno all’altro e, improvvisamente, sentirono la voce della pioggia: 

“quanto siete sciocchi. Perché vi preoccupate di chi tra voi è il più importante? Non vi accorgete che Dio vi ha creati diversi perché ciascuno possa onorarlo attraverso la propria specificità e bellezza? Orsù, venite con me.”

Detto questo, prese i colori e si diresse verso l’orizzonte e con un ampio gesto tracciò un arcobaleno nel cielo dicendo: “il vostro scopo non è di primeggiare, ma di armonizzare i vostri colori formando arcobaleni.”